Maluc ha scritto:armonia ha scritto:cercherei di capire che cosa vuole veramente e di realizzare come meglio posso le sue aspettative, ma senza averne a mia volta.
ciao armonia, è bellissima la tua frase, ma tu riesci veramente a fare questo senza sentirti "usata" o "ferita"? Lo so che renato mi dirà che questi sono solo miei giudizi, anche dettati dall'importanza (di quello che pensiamo di essere) ed è vero e ne sono consapevole, ma tu come riesci a superare questa sensazione? Grazie

Mio marito ed io balliamo il liscio e qualche latino americano, a me basterebbe un ripasso settimanale per tenermi in allenamento e non dimenticare le figure, invece lui vuole allenarsi (quindi allenarci!) tutti i giorni per almeno 1 ora. Questo ha sempre creato attrito fra noi, mi sentivo costretta a fare qualcosa contro voglia per un’esigenza più che altro sua, ma poi riflettendoci mi sono resa conto che la sua non è tanto passione per il ballo ma insicurezza ad eseguirlo correttamente e disagio conseguente di fronte agli altri per la perdita del valore di sé. Questo mi ha fatto intenerire e ci siamo accordati per mezz’ora ma tutti i giorni. A questo punto da brava moglie-chioccia volevo aiutarlo a migliorare con consigli, correzioni ecc. sul suo modo di ballare, la conseguenza è stato un continuo litigare. Mi sono chiesta:”Ma dove sbaglio se cerco di realizzare la sua intenzione interna a veder riconosciuto il suo valore?”. Risposta: stavo realizzando invece il mio valore come insegnante, e a lui che rimaneva? Mi ha chiesto di ballare, non mi ha chiesto di insegnargli a ballare. Dunque decido di fare al meglio che posso la mia parte ma senza giudicare né criticare più la sua. Ti assicuro che per un controllore come me all’inizio è stato un po’ difficoltoso, ma poi mi sono detta: “Che importanza ha il risultato estetico? Il suo fine non è ballare bene ma l’affermazione di sé, la sua libertà, il senso di autonomia e di indipendenza (anche da me) e anche il farcela da solo”. Così tolta importanza al ballo in sé stesso, cercavo come potevo di agevolarlo nei movimenti. Mi sentivo più sciolta e più in grado di vedere la situazione con distacco rispetto all’importanza del ballo o dei suoi risultati tecnici, ma con grande affetto nei confronti di mio marito, la conclusione è stata che anche lui si sentiva più tranquillo e riusciva a capire meglio, e da solo, dove e come migliorare, con grande vantaggio dei nostri rapporti personali. Un’altra cosa che non faccio più è correggerlo continuamente nelle sue espressioni e aspettative pessimistiche, ora quando si esprime così lo ascolto con distacco, con atteggiamento neutro, rispettando la sua libertà di esprimersi come meglio crede riesco a vedere la sua paura del fallimento, della delusione, il tentativo di esorcizzarli prospettandosi la situazione peggiore e quando l’ha accettata e si è rassegnato a questa eventualità, vedo che è più tranquillo e arrivano i miglioramenti. Molte cose del RT le ho capite anche osservando mio marito.
Un caro saluto