ciao wogend, ti dico in base a come la "sento" io la differenza tra il desiderare e l'intenzione.
Prima di leggere i libri di Zeland, che mi hanno chiarito qualcosa che io ho sempre sentito, ma senza riuscire a mettere bene a fuoco, avevo letto molti libri sulla legge di attrazione, e quindi, così come dicono, facevo le visualizzazioni: mi mettevo lì, chiudevo gli occhi, immaginavo il fine raggiunto, lo desideravo intensamente, mettevo le emozioni ecc....risultato: alla fine della visualizzazione mi sentivo spossata, stanca, senza energie, e con la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto il procedimento...a volte funzionava (però dopo molto tempo), a volte no.
Poi ho iniziato a riflettere sulle volte che la cosa aveva funzionato quasi all'istante, per cose a cui io non avevo dato importanza(cioè se non succede è lo stesso)! e questo è già un punto fondamentale, e mi sono resa conto che avevo agito, con naturalezza, in un altro modo.
Hai presente l'omino sul surf della firma di norrinrad? ecco, quando io ho deciso, cioè ho avuto l'intenzione, di passare su un'altra variante, mi sono sentita come quell'omino sulla tavola da surf, cioè come se facessi una velocissima virata...da un'altra parte, e lì mi ci sono ritrovata quasi immediatamente...(cerco di spiegarmi al meglio, sono sensazioni, difficili da tradurre a parole, e molto soggettive), e senza bisogno di desiderare, e senza dare importanza, semplicemente perchè c'ero già...
I pendoli agiscono, secondo me, quando non credi che sia possibile ( "se non fai così, non ottieni niente!" oppure "non te lo meriti!" oppure "queste cose non capitano!" oppure "bisogna sudare per ottenere le cose!" ecc. ecc..), e quindi su quella variante non ci passi...e quindi lo puoi desiderare quanto vuoi, ma se non ci credi (o se non lo vuoi, perchè alle volte crediamo di volere qualcosa ma una parte di noi no)... sei soggetta al pendolo, oppure dai troppa importanza e metti in atto le forze equilibratrici.
Spero di essermi riuscita a spiegare
